Giovedì 28 Marzo RENATO CURCIO presenta i suoi libri “L’impero virtuale” e “L’algoritmo sovrano”

Collettivo Politico 13 Rosso c/o Associazione Mariano Ferreyra Via degli Alfani, 13r Firenze

Giovedi 28 Marzo 2019 ore 21.30
Renato Curcio presenta i suoi libri
“L’impero virtuale” e “L’algoritmo sovrano”

introduce Chiara Pannullo (CP13r)

ore 20.00 Apericena per autofinanziamento ad offerta libera

Biografia dell’autore

Renato Curcio (23/9/1941)sociologo e saggista italiano è socio fondatore della Cooperativa Editoriale “Sensibili alle foglie” (1990)
con la quale ha pubblicato i seguenti testi tematici:
L’impero virtuale, I2015); L’egemonia digitale, (2016) ;La società artificiale,( 2017),L’algoritmo sovrano (2018)

Recensioni su “L’Impero virtuale” di Alberto G.Busio

«Al di là di ogni contrapposizione tra ‘apocalittici’ e ‘integrati’, l’analisi che questo libro dedica alle dinamiche più profonde delle società contemporanee e dei loro strumenti di controllo si avvale di alcuni dispositivi concettuali che di tali processi rivelano con chiarezza significati, origini e sviluppi. Internet è, infatti, tante e diverse cose: «Uno sviluppo del capitalismo globale, una tecnologia innovatrice, un nuovo panottico di sorveglianza, una possibilità di controllo a distanza dei lavoratori, una produzione di identità virtuali, un’opportunità per mille operazioni di hackeraggio benefiche e malefiche, una possibilità di velocizzare e ampliare le nostre comunicazioni orizzontali e tante, tantissime altre cose ancora» (p. 8).
Il primo dato è dunque che il Web costituisce certamente un’innovazione ma non è una rivoluzione, essendo la Rete «l’espressione estrema dell’espansione capitalistica, la più pervasiva, non l’irruzione di istituzioni che ne modificano i presupposti» (91). Internet è il più recente dei miti alienanti generati dal modo di produzione capitalistico, ponendosi esso in continuità con la società dei consumi e con la società dello spettacolo.
Dalla rete militare-accademica Arpanet (1969) alle piattaforme più recenti (Facebook 2004, Google 1998, WhatsApp 2009, Twitter 2006), capitalismo e Rete condividono almeno tre elementi: la struttura gerarchica costituita da «una nuova oligarchia economica esperta nell’esercizio del potere digitale» (9); l’orizzonte planetario -il metacontinente virtuale fatto di connessioni digitali globali; l’intenzione totalizzante di occupare tutto il territorio del tempo e dell’immaginario.
Il principale dispositivo analitico di questo libro è pertanto la colonizzazione dell’immaginario. Le antiche forme di colonizzazione culturale – le Crociate e in generale l’attività di proselitismo della Chiesa papista – e territoriale – l’imperialismo europeo- conquistavano, depredavano e sfruttavano ma non riuscivano a raggiungere il loro obiettivo più ambizioso: entrare nei corpimente degli assoggettati e possederne l’interpretazione del mondo e della vita. È questo, invece, ciò di cui sono capaci le istituzioni e le aziende che hanno dato vita al più invisibile e pervasivo sistema di controllo delle persone, delle loro scelte, delle intenzioni, dei comportamenti: «La materia più preziosa al mondo non è il petrolio, né l’oro e neppure l’energia. No, più prezioso di ogni altra cosa, come aveva già intuito il Papato ai tempi delle prime Crociate, è l’anima degli umani, il loro immaginario. L’impero virtuale non è che la storia recente di questa appropriazione, di una nuova e più insidiosa strategia di colonizzazione dell’immaginario» (16). Si tratta della «schiavitù mentale» della quale parla Chomsky, «la schiavitù di cui sono vittime gli entusiastici abitanti dell’impero» (68), il quale si presenta «come una società della trasparenza identitaria; …

Recenzioni su “L’algoritmo sovrano” di Renato Curcio

«Potremmo immaginare quella parte di Internet che ci è permesso frequentare come un giovane continente – non ha più di trent’anni – già ampiamente colonizzato. In esso, i coloni che si sono aggiudicati le posizioni migliori, pur continuando a essere in conflitto tra loro, come nelle migliori tradizioni capitalistiche, innalzano i vessilli dei marchi più noti dell’oligarchia digitale planetaria. In questo continente, algoritmi “intelligenti” col volto nascosto ma con grandi ambizioni classificatorie, predittive e giudicanti, si mimetizzano dentro i più diversi strumenti e negli immancabili smartphone, al servizio di piattaforme variamente specializzate nella costruzione di nuove dipendenze in molti campi: dalle comunicazioni, ai consumi, alle competizioni online, non disdegnando affatto esperimenti psico-sociali o politici di ampia portata.

Ripercorrendo le tappe salienti della colonizzazione della rete e delle identità virtuali dei suoi frequentatori, nella prima parte del libro si porta l’attenzione su alcuni dei dispositivi nascosti che stanno velocemente dissodando il terreno di una nuova e inedita deriva totalitaria. Nella seconda parte, si spinge lo sguardo sulle frontiere opache in cui gli Stati a più alta propensione digitale, provano a difendere da questa sfida transumanista il loro stesso futuro, ma in una prospettiva cieca, “al rialzo”. Come in un incubo – documentato e niente affatto distopico – si profilano così i contorni di simil-democrazie dalle libertà sostanziali vacillanti in cui i cittadini, assoggettati biometricamente a un codice unico personale, si dispongono a riprodursi come cloni volontari di un algoritmo sovrano. Naturalmente, un’alternativa c’è ancora: prendere atto della nostra incompiutezza come specie e riportare la barra della nostra vita sociale anzitutto sui legami, sulle comunità istituenti e sulle relazioni faccia-a-faccia. Non “contro le tecnologie digitali” ma portando la critica direttamente alla radice del modo di produzione capitalistico che esse riproducono. L’homo sapiens dopotutto può e sa fare di meglio che lasciarsi guidare da un algoritmo.»

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