SOLIDARIETA’ A CESARE BATTISTI E AI COMPAGNI ANCORA IN CARCERE A SCONTARE LA REPRESSIONE DELLA GIUSTIZIA BORGHESE

L’annuncio di Salvini dato alla stampa riguardo la richiesta di estradizione in quella che si è rivelata di fatto una requisitoria verso altri prigionieri politici, attraverso la collaborazione di Stati e procure, se da una parte manifesta arroganza, di fatto, ancor più che forza muscolare, dimostra quanto le politiche impopolari di questo governo, temano la possibile riorganizzazione dal basso di una forza sovversiva e antagonista di classe – nel caso esemplare l’estradizione, l’isolamento e il carcere di massima sicurezza ad Oristano per Battisti -.

Il nemico, ha la memoria corta proprio per non dover rammentare che in un momento storico il piano delle forze poteva essere incrinato e così, nell’ uso della parola “terrorista” e “terrorismo” può utilmente e strumentalmente liquidare quegli anni, in cui, grazie alla repressione e alle leggi speciali, con non poca fatica, ne è uscito vincitore e garante della propria pace sociale. Non è però, altrettanto comprensibile, né riteniamo corretto che ne faccia lo stesso utilizzo, chi era all’epoca pienamente inserito nella prospettiva del conflitto e verosimilmente sosteneva di combattere tutte le declinazioni e le espressioni dello Stato borghese.

Tra i protagonisti dell’allora sinistra extraparlamentare, leggiamo, che oltre a chi chiede “la giusta pena”, complementarmente alle logiche di giustizia parlamentare, è presente anche chi, conoscendo la differenza tra un proletario in lotta e uno stragista, tra un fascista e un compagno, un rivoluzionario e un terrorista, usa la parola ‘terrorista’, accomunando così sullo stesso piano l’esperienza di un militante marxista e un camerata ad esempio di Ordine Nuovo. Né troviamo opportuno, in tale vicenda, la puntualizzazione e il distinguo rispetto ad una propria posizione nell’analisi dei processi storici allora in atto.
Anche in questi casi, la barricata dovrebbe essere sgombra, per chi sostiene di farvi parte, di equivoci e capziose puntualizzazioni.

I compagni del Collettivo 13 Rosso, danno piena solidarietà ai comunisti che sono ancora in galera e in galera sono stati torturati, picchiati, assassinati. A quei marxisti che hanno trovato riparo all’estero e a Cesare Battisti.

Ci discostiamo e siamo contrari dunque, alle parole di Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori, Paolo Cento – Sinistra Italiana, Francesco Caruso – ex Rifondazione Comunista (ed ora docente universitario), Paolo Ferrero ex segretario di Rifondazione Comunista

Firmato: i compagni e le compagne del Collettivo 13 Rosso

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