GOVERNO CONTE: PRIMA I RICCHI

A breve ci saranno le elezioni Europee del 26 maggio e nel percorso di leghisti e pentastellati, si lasciano, ci lasciano delle misure a dr poco disastrose, facendo il punto:

1) Reddito di sudditanza

Di fatto è un piano che prevede la riduzione generalizzata del costo della forza-lavoro e per la sua deportazione, che ovviamente va considerata volontaria. Questo consente al capitale: sgravi fiscali alle imprese che assumono con l’obbligo del trasferimento, inclusivo delle spese che vanno considerate a carico dei lavoratori. Non solo, dunque, dover lavorare obbligatoriamente 8 ore a settimana per lo Stato ma dover necessariamente seguire la formazione continua per almeno due anni.
Al lavoratore, è proposta una, fra tre offerte considerate valide entro i 100 chilometri, se queste però, non gli vengono indicate entro 6 mesi dall’avvio del sussidio, allora l’obbligo si ritiene valido fino a 250 chilometri, dopo i 18 mesi, qualunque lavoro, posto in essere su tutto il territorio nazionale, andrà considerato valido.

Tale dispositivo, va considerato quale integrazione al reddito con importo variabile fino a 500 euro per un singolo e fino a 1000 euro per un nucleo di 3 adulti e due bambini, in aggiunta ad un contributo mensile di 280 euro per l’affitto: e dunque sarà possibile elargire assegni di “Reddito” anche piuttosto esigui.

Da tener presente poi la voce “controllo e limiti”: non saranno inclusi i possessori di auto e moto di grossa cilindrata – compresi i ferri vecchi -. Sarà sanzionato e pesantemente, chi lavorerà senza dichiararlo, in nero: la Guardia di Finanza agirà su più piani, soprattutto attraverso il database dell’Agenzia delle Entrate che presiede l’operazione.
Non sarà possibile prelevare dalla “Carta Rdc” più di 100 euro al mese. I soggetti sociali intercettati, dovrebbero essere i circa 4 milioni di lavoratori poveri – per almeno 1,5 milioni di famiglie – : settore di forza lavoro che il decreto preme perché entri nel mercato del lavoro, a condizioni fortemente penalizzanti. La solfa sarebbe: dal momento che non lavori, sei fortemente stigmatizzato e quindi non puoi sottrarti a qualsiasi condizione e dispositivo di controllo.

Sono integrati, inoltre, piccoli incentivi per le start-up di questi disoccupati e quindi a maggior ragione la macchia – oserei dire quasi di pensiero calvinista – della mancanza di lavoro, gli appartiene interamente. Indipendentemente dalla retorica governista, la criminalizzazione sociale del disoccupato e l’ottenimento del suo sfruttamento al minimo del salario possibile è alla base della politica del “reddito”. Fuori dal “reddito” e da “quota 100”, i lavoratori che non vivono in Italia da almeno di 10 anni continuativi e che corrispondono a più di un terzo dei lavoratori immigrati, percepiscono salari che sono di cifra estremamente inferiore ai 1000 euro.

Il “reddito” avrà di certo due ‘meriti: 1) assottiglierà la disoccupazione nelle statistiche ufficiali; 2) incrementerà il controllo sui poveri costringendoli a schiavizzarsi a qualunque prezzo, nonostante la retorica insiste sull’incremento della legalità.

2) Pensioni

Oramai, è assodato che non vi sarà alcun adeguamento delle pensioni. “Quota cento” (in rodaggio per tre anni) consentirà comunque riduzioni di importo per potrà avvalersene (per Boeri si tratta di una perdita del 21% se in pensione vai a 62 anni e 38 di contributi, invece che a 67). Si andrà fino a 8 anni nel percepimento del TFR per i lavoratori pubblici. E il giochetto assurdo, è che obbliga i lavoratori, qualora ne avessero bisogno, di chiedere in prestito alle BANCHE i propri soldi, diventano debitori di interessi!

Restano al fondo poi, gli esodati, che continueranno a non percepire pensione. Per non parlare del taglio del 30% per le donne che con 35 anni di contributi si avvarranno di “opzione donna”.

Riguardo poi i pensionati, con pensione sotto i 780 euro mensili, non avranno alcun sostegno. Questa è la “Pensione di cittadinanza”, come la definisce Di Maio.

Teniamo presente inoltre in un piccola notazione con la voce Istituti di credito che: salvata Carige, che per prima, è stata vittima del programma di acquisto di titoli (Quantitative Easing), il Governo non smentisce in alcun modo la continuità con quelli precedenti, soprattutto per quanto concerne la tutela del grande capitale a danno dell’erario pubblico.

3) Scuola

Vuoto assoluto, tabula rasa. Non è cambiato nulla, precari inclusi ciò che è evidente è solo il calo degli investimenti (parrebbe a 4 miliardi in tre anni).

4) Decreto sicurezza

È dal mese di ottobre, che il permesso di soggiorno non offre alcun diritto agli immigrati per poter essere inseriti negli anagrafi comunali. La mannaia di tagli ai fondi destinati agli SPRAR lascerà in mezzo alla strada migliaia di immigrati senza alcun riparto, collocazione. Le Regioni potrebbero sovvenzionarne alcuni, con la ricaduta però, sulla sanità pubblica e degli altri servizi socio-educativo-assistenziali che boccheggiano da anni .

Va inoltre messo nel conto la penalizzazione delle occupazioni abitative e dei blocchi stradali, la carcerazione per tale ragione e che potrebbe vedersi in futuro, esteso ad ogni genere di assembramento.

La linea che trae la somma:

La crisi si avviluppa, mentre il governo attende le elezioni europee, continua a porre i lavoratori gli uni contro gli altri, aumenta i provvedimenti penali e le restrizioni, il grande capitale si frega le mani mentre la demagogia in atto, fa propaganda su una politica a favore dei poveri (non veritiera) e della piccola borghesia (in particolar modo leghista).

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