Pochi discorsi: è guerra!Anzi, ad esser precisi sono tante guerre che si rincorrono sopra le nostre teste e le nostre vite, rendendooscuro il cielo.Una, ovviamente, è la guerra in Ukraina; un’altra è l’accumulo di crisi locali che sono guerre sul posto ma,davanti alle TV, qui nel Nord del mondo, sono cose di quelli là.Dalla Siria alla Palestina, dal Kashmir allo Yemen, dal Tigrai alla Birmania, alle Filippine, al BurkinaFaso, si muore nell’indifferenza dell’Uomo Bianco, per garantire il benessere dell’Uomo Bianco.C’è un’altra guerra, però, che tutte comprende, che riguarda tutti i colori, i generi: è la guerra sociale che ilProfitto conduce contro l’umanità e la natura tutta e che viene chiamata liberismo, modello di civiltàoccidentale.Questa guerra è globale, le sue linee del fronte sono colore e genere, le sue battaglie spaziano dalla mortedi (non sul) lavoro, alla desolazione di vite funzionali solo all’economia, legate alla convenienzaeconomica. Un’economia di rapina, che regala il lavoro gratuito degli studenti e, talvolta, costa loro lavita, mentre per tutti i lavoratori è strage quotidiana. Alle morti sul lavoro giustificate dal contenimentodei costi, stare sul mercato. Alle leggi sul diritto di soggiorno che offrono lavoro in quantità,marginalizzato, sottopagato, irriso. Un lavoro di bassa qualità, e nessuna visibilità che non riguarda sologli immigrati ma anche giovani e donne che vengono respinte ai margini nei cosidetti lavoretti. Sonosoprattutto le donne, che vengono riportate ai lavori di cura, tornati in carico ai ceti subalterni mercé icontinui tagli all’assistenza.Questa guerra sociale uccide quanto bombe e carri armati, tutti i giorni, in tutto il mondo.Questa guerra sociale trasforma ogni bolletta in una sirena che lacera la vita di milioni di lavoratori abasso reddito.E tutto questo raccontato come naturale e inevitabile: è l’economia, la superiore efficienza del liberismo, ilpredominio (assolutamente intangibile) del maschio bianco eterosessuale.Tutto questa naturalità, in ogni caso, ha come nemico ogni critica e ogni opposizione, ridotta a nemicodell’Umanità ad antivita che può solo essere distrutta. E sui cui resti sparso il sale e la dannazione eterna.Perché l’opposizione, finanche il dubbio sulla leggittimità di questo presente sono porte aperte sul baratroe la dannazione!Un attimo: non sono i tempi di Kipling e di Rhodes, sono passati i Neri di Haiti e anche le lotte in filanda;nel mondo di umani sono secoli che niente è inevitabile, che la storia non è eternità.In questa guerra sociale, l’unica vera, l’unica che sentiamo nostra, non seguiremo le loro bandiere, nonrisponderemo con voci vuote al sondaggio “cosa siete disposti a pagare per l’ordine liberista ed i profittinon vostri? Per la democrazia del profitto, per questo mondo?” quasi avessimo qualcosa da scialare,quasi questo equilibri di paura e morte ci appartenesse, anche un poco..Non faremo da coro alla nascita di una nuova potenza politico-militare, l’unione europea.La nostra lotta era, è e sarà contro la logica della guerra, della supremazia, del profitto sulla vita dinoi, esseri umani, e del pianeta.La vostra è un bandiera di morte, il profitto: la nostra è unabandiera di vita, è ancora l’internazionale: un’altra umanità.
Gli amici dell’internazionale
Il Collettivo Politico 13rosso
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