Libano, Iraq, Iran, sono i popoli in lotta che scrivono la storia

Libano, Iraq, Iran, sono i popoli in lotta che scrivono la storia
Ciò che sta accadendo in Libano e in Iraq non ha precedenti. In poche settimane, le due capitali Bagdad e Beirut hanno lanciato la sfida oltre ai loro governi anche all’influenza iraniana nella zona, comprese Damasco e Sanaa. Un movimento giovanile popolare spontaneo e senza leadership nota o sconosciuta, un movimento non settario e anti confessionale, in particolare la ribellione più importante sull’autorità dei partiti autoritari e corrotti. Sarà che la rivolta in Iran contribuirebbe a incentivare le due rivolte oppure rischiano tutte tre di spegnersi in modi e mezzi diversi?Questo sembra essere il destino inevitabile della rivolta iraniana.
In poche settimane, la rivolta in Libano ha rovesciato un governo fallito e corrotto guidato dei tre partiti Hezbollah-Aoun-Hariri e ha impedito alla Camera dei Rappresentanti di convocare due volte in una settimana nel tentativo di approvare una legge di amnistia generale, e ha impedito un tentativo di disegnare un nuovo primo ministro dalla fazione politica e corrotta stessa. In Iraq continuano i raduni a Baghdad e nelle città meridionali e centrali, rivendicando le loro richieste dall’inizio di ottobre, in particolare le dimissioni del governo e del presidente, fare una nuova legge elettorale e indire elezioni anticipate sotto gli auspici delle Nazioni Unite e l’istituzione di un tribunale specializzato per esaminare corruzioni e corrotti dal 2003. Queste sono le stesse richieste sollevate dai manifestanti in Libano e riassunte dallo slogan “Kllon yaani Kllon”!(Tutti significa tutti)L’unica differenza è che la macchina per uccidere dei servizi di sicurezza in Iraq ha causato circa 350 persone uccise e oltre 6000 feriti. Mentre in Libano, solo tre persone sono state uccise in cinque settimane, una vittima causata da una caduta da un palo mentre issava la bandiera libanese. Questa differenza è dovuta al fatto che l’esercito libanese sta adottando un approccio “neutrale” basato sulla protezione dei manifestanti e sulla sicurezza delle persone e dei servizi pubblici, e non soddisfa il desiderio dell’autorità di reprimere la rivolta .
In questo contesto, c’è un conflitto dietro le quinte tra il potere politico, in particolare il duo Aoun(Presidente) – Nasrallah (Segr. Generale di Hezbollah), che hanno iniziato a temere il comandante dell’esercito e le sue ambizioni presidenziali che potrebbe essere una via d’uscita dall’attuale impasse e, in ogni caso considerato da parecchi come pilastro principale per mantenere la sicurezza, l’ordine e la stabilità del Libano , sbarrando la strada al Palazzo Presidenziale al genero del Presidente Aoun e potrebbe indebolire politicamente Hezbolah assieme alle sanzione poste dalla banca Centrale Libanese . Tutto questo paradossalmente nella lotta per il potere scatenata dalla rivolta popolare. Hezbollah insiste che Hariri ritorni a formare un nuovo governo per ovvi motivi , si sente garantito per una copertura politica con il mondo occidentale , per ottenere i finanziamenti da un lato e congelare qualsiasi discussione o trattative sulla natura militare di Hezbollah all’interno e all’estero e e perche Hariri è il più forte e più rappresentativo per la comunità Sunnita, , mentre Hariri non cede sulla sua condizione , niente governo politico o Tecno- Politico , ma vuole un governo Tecnocratico solo di persone competenti per risolvere la situazione in Libano , mentre il movimento insiste su un governo tecnocratico neutrale e non dei politici della fase passata e quindi di Hariri. Tuttavia, la determinazione, la coesione e la continuità della rivolta non sono state influenzate dalle pressioni e dalle minacce di Hezbollah e delle accuse dei rapporti con varie ambasciate
Nell’ultima settimana si sono verificate alcune episodi di scontri tra fazion libanesi , grazie all’intervento delle donne e con la loro azione non violenta si è evitato il peggio , sono scese nelle piazze distribuendo le rose a tutte e tutti i partecipanti alla manifestazione
Dopo un mese alle dimissioni di Hariri , il Presidente della Repubblica non ha ancora deciso di fare le consultazioni. Sintomo di debolezza e poca autonomia del Presidente stesso .
La Rivoluzione ha rotto il “giochino ” al trio Hariri- Hezbollah – Aoun assieme all’altro capo Berri per “la spartizione” delle risorse economiche , e nella spartizione dei dirigenti nei vari settori dell’Amministrazione Pubblica
Kiwan Kiwan

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